La festa della Madonna del Buonriposo ricorre ogni prima domenica e lunedì di settembre e, ancor oggi, l’aspetto cristiano si combina con quello pagano. Infatti, nell’ottocento dopo Cristo i coloni arabi che si stabilirono nelle vicinanze della fortezza Kalath-Shibet, usavano divertirsi organizzando giostre, feste e corse a cavallo lungo i boschi, i ruscelli e le pianure vicine. Da allora, è tradizione svolgere, ogni primo lunedì di settembre "il palio dei Berberi"; decine di cavalli con i rispettivi cavalieri che li montano a pelo, si inseguono in corsa in una strenuante gara mozzafiato che si svolge, attualmente lungo il "chianu a cursa". L’aspetto cristiano della festa è legato, in particolare ad un episodio avvenuto verso la fine del secolo scorso quando nelle miniere della zona in cui si svolge il palio, venne scoperta una grande roccia avente le sembianze della Madonna. I minatori che provarono a portarla in paese non riuscirono a trasportare la roccia poichè diventava sempre più pesante. Fu così che proprio in quel punto venne costruito un santuario in onore della Madonna del Buonriposo. In occasione della festa, oltre al "palio dei berberi" si svolge, ormai da diversi anni, la domenica mattina, un’importante fiera del bestiame che attira allevatori da diverse parti della Sicilia interessati, in particolare, al pregiato maiale di Calascibetta che, in passato veniva macellato e arrostito sul posto. Da questa usanza nasce l’attuale "sagra della salsiccia" che insieme ad una serie di giochi campestri completa la festa.

Il Palio dei Berberi
Il lunedì successivo alla prima domenica di settembre dall'Ottocento, rivive la corsa dei berberi, rigorosamente a pelo. Un pianoro di qualche centinaio di metri, percorso prima della gara per abituare i cavalli al breve percorso poi la gara. In premio il Palio della Madonna. A sera carni alla griglia per tutti.

Viaggio nel tempo delle novene
Dal 16 al 24 dicembre i tre cantori omaggeranno i presepi e gli altari nei quartieri di Enna e Calascibetta
Ritorna il tempo delle novene. E ritornano i suoni e i canti del repertorio tradizionale siciliano, interpretato originalmente dal gruppo ennese di musica etnica e popolare I Petri ca Addumunu. Dal 16 al 24 dicembre, Antonella Barbera (fiati, voce), Davide Campisi (tamburi a cornice, voce) e Vittorio Ugo Vicari (chitarra battente, voce) renderanno omaggio al presepe e agli altari di arance, mirto ed alloro entro cui campeggia la statua di Gesù Bambino, nelle chiese e nelle case dei principali quartieri dei Comuni di Enna e Calascibetta.
Le due amministrazioni comunali, in occasione delle festività del Natale, hanno voluto unirsi nell'intento dei tre artisti, recuperare cioè la tradizione e l'identità isolana, inserendo gli itinerari delle novene nell'ambito degli appuntamenti in cartellone. Una novità assoluta per Calascibetta, una tradizione che Enna, quest'anno grazie all'impegno del Consorzio Leonardo, riesce a proporre per la terza volta.
Uno dei momenti più alti ed avvertiti dal calendario culturale e liturgico della tradizione popolare siciliana, quello delle novene, che verrà rievocato con modalità tipiche della tradizione: un responsabile di quartiere era solito raccogliere denari per pagare i suonatori e poi, nel novenario, farli girare per le case (allora prevalentemente grotte), in cui si adorava l'effigie del Bambino al suono e al canto della musica.
Tra i suggestivi vicoli dei paesi arroccati, spesso avvolti da una fitta nebbia o spolverati di fiocchi di neve, grazie alla collaborazione dei parroci e dei rettori delle confraternite, la gente aprirà la porta di casa ai cantori di strada, alla comunità e ai tanti visitatori per condividere il proprio presepe. Dolci ninne nanne e giocose melodie renderanno omaggio al Bambin Gesù, seguite o precedute da un momento di preghiera iniziato solitamente dal padrone di casa, dal rettore o dal parroco. Il tepore del focolare domestico, nel freddo della sera, accoglierà quanti parteciperanno al rito con il profumo della cannella dei "vucciddata" (tradizionale dolce natalizio ennese) i fichi secchi, le fave "caliate", i chicchi di melograno, le noci, i pezzetti di cotognata accuratamente preparati in casa dalla padrona.
Nove i brani in repertorio, tutti rigorosamente della tradizione siciliana, che quest'anno si arricchiscono di nuovi arrangiamenti e nuove sonorità, date dall'introduzione di due ulteriori strumenti musicali nell'ensemble musicale de i Petri ca Addumunu: il kalamos, strumento medievale e la zampogna, per la prima volta ad Enna imbracciata da una donna, la flautista Antonella Barbera.
"Ci sentiamo "Caminanti",ovvero migranti, coloro che stanno per strada - dicono I Petri ca Addumunu - vogliamo continuare a popolare le strade con i brani che fino alla metà del secolo scorso vi campeggiavano con regolarità, con il susseguirsi del ritmo delle stagioni. Così, come da maggio a settembre siamo per strada a portare serenate sotto i balconi delle amate, allo stesso modo a Natale andremo di casa in casa, di chiesa in chiesa per rievocare il repertorio della tradizione musicale siciliana davanti ai presepi. E per il ciclo della morte e resurrezione di Cristo - annunciano - abbiamo intenzione di preparare nei prossimi anni le "laudate"che porteremo in strada durante la settimana santa".