Anche Centuripe ha il suo museo e i suoi "tesori" creati da ignote mani artigiane di oltre venti secoli fa. Un'arte che in tutti questi anni, pur continuando ad appartenere a uomini lontani dagli allori, non è mai andata perduta: chissà, forse perché tramandata da padre in figlio, per sempre. Probabilmente appartiene al patrimonio genetico dei centuripini l'arte di manipolare l'argilla. Non riesco a spiegare in altro modo l'abilità di molti artigiani di oggi nel ricreare tali e quali, quasi con le stesse identiche tecniche dei loro avi, vasellame e terrecotte di tipo archeologico: due mani plasmano saggiamente l'argilla all'interno di un calco, morbidamente la maneggiano. Una massa informe comincia ad assumere forma, si attacca al gesso, diventa un tutt'uno con esso e ne ruba la forma.

Un calco sopra l'altro, argilla che sposa altra argilla fino al risultato finale. La destrezza atavica di altre mani smonta ogni calco, separa il gesso dall'argilla fino a rivelare a poco a poco il frutto di sì abile lavoro: un vaso. Poi, il forno dà calore all'argilla, e ancora altre mani danno il colore dipingendola con antiche scene di caccia. Un ultimo tocco ancora, una spruzzata di altra terra, una mano ancora fa diventare antico ciò che ha solo pochi attimi di vita. Proprio qui davanti a me.
Un artigianato fiorente è quell'arte a Centuripe, città di artigiani, oggi come ieri, un esempio di creatività e imprenditorialità in questo angolo di terra ricca di risorse e contraddizioni. Una piccola area artigianale è stata creata a due passi dal paese, subito dopo una vasta zona depredata dai tombaroli. Costruzioni moderne si incastonano nelle pendici di Centuripe senza alterarne la bellezza, in un gioco di specchi e plexiglas; pareti e tubi metallici si alternano quasi affacciandosi su una terrazza naturale che guarda il vulcano. Una, due... cento porte. Dietro ognuna di esse il lavoro di decine di artigiani. Ogni porta che si apre svela al mondo un altro mondo, fatto di mani intente a creare, a riparare e modellare. Ogni porta ha i suoi suoni e i suoi odori. Ora la musica fischiata da una giovane donna mentre con pazienza fa rivivere su un vaso i miti dell'antica Grecia; e poco più in là l'odore dell'argilla che cuoce nel forno.

È questa è una risorsa certamente importante in questo cuore di Sicilia dove sole, arte, cultura e tradizioni hanno finalmente trovato un partner nello sviluppo economico. Questa è Centuripe. Anche questa è la Sicilia.