Tra i Nebrodi e le Madonie, quasi al centro della Sicilia, incastrato in un'alta roccia, che sovrasta tutte le altre sulle quali è costruito il paese, sorge il castello in parte scavato in una gigantesca mole d'arenaria dai Siculi a partire dal XII secolo a.C., e in parte costruito sulla stessa roccia intorno all'anno Mille.
Oltre al castello, un altro spettacolo è dato dall' "aggrottato". Tutto il fianco del castello che si riversa sul paese è interamente "traforato" da una cinquantina di grotte artificiali, scavate dall'uomo in tempi lontanissimi. Collegate le une alle altre da stradine e scalini anch'essi ricavati dalla rupe, costituiscono, nel loro insieme, un suggestivo borgo rupestre. Ognuna, al suo interno, si è trasformata in umile abitazione, con una o due stanze al massimo che ancora recano i segni dei millenni trascorsi lì dentro. Alcune sono state acquistate dal Comune e adibite a museo etnografico.
Tutta la zona intorno a Sperlinga è, come dice il nome, ricca di spelonche, di grotte scavate nella roccia arenaria. Tra i siti rupestri più interessanti si segnalano quello di Contrada Rossa, che forse ospitava una comunità paleocristiana (sulla cui chiesa è stata successivamente impiantata una moschea, come si può notare), quello della Contrada SS. Quaranta, nelle cui grotte sono ricavate nicchie sepolcrali dei sec. IV-VI sec. d.C, e quello di Peirito, con tombe paleocristiane.