La Madonna del Perpetuo Soccorso l’ 8 Settembre
Questa festa in dialetto, che si celebra l’8 settembre, viene chiamata "A Madonna a mazza" perché la Madonna tiene in mano una mazza, quale simbolo di allontanamento del male. Questa figura è rappresentata nello stendardo del Comune, in quanto protettrice dello stesso. La vigilia della festa si usa fare un gioco in cui alcuni cavalieri, bardati a festa, devono riuscire a rompere con un pugno un "bummulo" legato al centro di una corda tesa fra due balconi, con dentro una sorpresa che può essere un coniglio, un gallo,....acqua o crusca. E' una festa patrocinata dalla Chiesa di Santa Maria a cui appartiene la statua e si svolge in Piazza Vittorio Veneto.

La festa S. Vito l’ 8 Agosto
La festa di San Vito è sicuramente la più sentita dai Regalbutesi ed ha inizio giorno 8 Agosto, con la "processione dell'alloro". Si chiama così perché tutti i partecipanti portano fra le braccia dei fasci di alloro che viene raccolto nelle campagne del vicino paese di Agira (alcuni devoti vi si recano a piedi e scalzi come voto per grazie ricevute dal Santo). Il secondo giorno, si portano le reliquie del Santo (il mezzo busto, il piede ed il braccio) nella Chiesetta di Piazza San Vito e si celebra la funzione. Il terzo giorno, le stesse reliquie, vengono portate nella Chiesa di San Domenico e viene celebrata una funzione. L'ultimo giorno, la statua del santo viene portata in processione per le vie della città e, nella tarda serata, la festa si conclude con un meraviglioso gioco di fuochi d'artifìcio.

Il Carnevale
Qui il carnevale è una festa di allegria e di propensione allo scherzo e alla stravaganza; la popolazione, ballando lungo le vie e le piazze, socializza e si diverte, scherza anche con i forestieri che giungono numerosi dai centri vicini. In un modo o nell'altro, giovani e anziani sono coinvolti da questa manifestazione, i primi perché sono gli animatori della festa, i secondi perché vestono il carnevale preparando costumi, maschere, carri allegorici, ecc. Inizialmente, i principi ispiratori di questa manifestazione si basavano sulla magia: eliminare il "male" che si accumulava durante la stagione invernale, propiziare la fertilità delle campagne, del bestiame e anche delle donne. Agli inizi del '900 i regalbutesi celebrano il carnevale in modo trasgressivo e burlesco verso gli usi e i costumi e, sempre più, assume le caratteristiche di una celebrazione di "un mondo alla rovescia", per rompere in modo satirico, con la rigidità dei costumi dell'epoca. Oggi, per certi versi, il carnevale regalbutese significa il curioso retaggio del passato, ma è soprattutto una simpatica divagazione in nome dell'allegria, che coinvolge e stuzzica tutti, immersi in un bagno di folla allegra e ballerina, fra giochi di luci e colori, dove impazza il ritmo della musica e sacchi di coriandoli, fra maschere, quadriglie e carri allegorici, al punto tale che, in questi giorni, è impossibile che qualcuno possa avere malinconia o pensieri tristi.

La Settimana Santa

Dopo la tradizionale visita ai 'sepolcri' del Giovedì Santo, il giorno dopo, alle ore 11, nell'antica chiesa di S.Sebastiano (risalente al XV secolo) un impressionante Cristo, traboccante di sangue, viene condotto, dalle due confraternite, alla chiesa Madre.
Nel tardo pomeriggio un predicatore, vuole la tradizione forestiero, ai fedeli enuncia sette prediche, corrispondenti alle sette parole del Signore. In serata il Cristo viene schiodato dalla Croce e deposto nel 'tumuletto'.
Sarà poi portato a spalla dai confrati del SS.Sacramento, seguito dall'Addolorata, portata sempre a spalla, dalle donne. Durante tutto il tragitto della processione vengono eseguite "le ladate" (lamenti) dei cantori accompagnati dalla marcia funebre della banda. A tarda notte, dopo l'ultima predica, la partenza dei fercoli: l'Addolorata torna nella chiesa di S.Maria, la Croce e il Cristo a S.Sebastiano.