La Chiesa Madre dedicata a San Pietro e Santa Maria Maggiore, venne fatta erigere nel 1340 da Pietro II d'Aragona sul punto più elevato del monte Xibet ; si tratta di un tempio a tre navate, con un ricco e pregiato patrimonio artistico e architettonico. L'attuale nucleo centrale, comprende le colonne in pietra locale con le basi scolpite con alcune figure che lasciano spazio alle fantasie ed ai miti della storia, mentre i capitelli sono lavorati con particolari tipici dell'arte catalana.La facciata fu ricostruita dopo il terremoto del 1693 secondo lo stile del settecento, con giochi di superfici e una scalinata d'accesso di impianto classico nella tipica pietra di "cutu", con la quale sono realizzati elementi architettonici e decorativi del tempio, al quale, alla fine del XIX secolo, vengono aggiunte tre absidi esterne (anch'esse in pietra locale) che cambiano l'antica parte absidale. All'interno della Chiesa, in un armonico intreccio di pietra, marmo e stucco, è possibile ammirare un coro ligneo scolpito e un bassorilievo in marmo attribuito alla scuola del Gagini, entrambi del XVII secolo, una Pala d'Altare del Gianforte del 1617, l'Assunzione di Maria Vergine, un fonte battesimale del XVI secolo.
Fanno parte del ricchissimo tesoro della Chiesa una gigastesca Bibbia in cuoio e pergamena, numerosi paramenti sacri ricamati in oro, calici, pissidi, ostensori, una Cassetta-requiliario in avorio della Bottega degli Embriachi, della fine del XIV secolo, con la Veronica raffigurata tra gli Apostoli Pietro e Paolo e i due requiliari in argento di San Pietro e San Paolo, del Gagini, attualmente custoditi nel Museo Diocesiano di Caltanissetta.
Oltrepassando l'imponente portone bronzeo, dello scultore romano Ennio Tesei, la maestosità del suo interno mette quasi soggezione. Tutta la storia di Calascibetta passa da lì come testimoniano i ruderi di un castello all'interno della Chiesa stessa. All'ingresso, sul pavimento, troviamo intarsiata nel marmo un'aquila, simbolo di Calascibetta quando era ancora città demaniale. Il soffitto è stato restaurato ed ha ripreso l'antica forma lignea a capriate. All'interno, da un lato troviamo la Cappella del Coretto provvista di un pavimento decorato in maiolica dove si nota una lapide funeraria con scritti i nomi di defunti appartenenti alla famiglia Corvaja e, semplici pitture murali restaurate negli anni '90 ; dall'altro lato, la Cappella del Fonte Battesimale con una lunetta in pietra in stile arabo-normanno venuta alla luce durante gli ultimi restauri.
Fanno parte del ricchissimo tesoro della Chiesa una gigastesca Bibbia in cuoio e pergamena, numerosi paramenti sacri ricamati in oro, calici, pissidi, ostensori, una Cassetta-requiliario in avorio della Bottega degli Embriachi, della fine del XIV secolo, con la Veronica raffigurata tra gli Apostoli Pietro e Paolo e i due requiliari in argento di San Pietro e San Paolo, del Gagini, attualmente custoditi nel Museo Diocesiano di Caltanissetta.
Oltrepassando l'imponente portone bronzeo, dello scultore romano Ennio Tesei, la maestosità del suo interno mette quasi soggezione. Tutta la storia di Calascibetta passa da lì come testimoniano i ruderi di un castello all'interno della Chiesa stessa. All'ingresso, sul pavimento, troviamo intarsiata nel marmo un'aquila, simbolo di Calascibetta quando era ancora città demaniale. Il soffitto è stato restaurato ed ha ripreso l'antica forma lignea a capriate. All'interno, da un lato troviamo la Cappella del Coretto provvista di un pavimento decorato in maiolica dove si nota una lapide funeraria con scritti i nomi di defunti appartenenti alla famiglia Corvaja e, semplici pitture murali restaurate negli anni '90 ; dall'altro lato, la Cappella del Fonte Battesimale con una lunetta in pietra in stile arabo-normanno venuta alla luce durante gli ultimi restauri.