La storia della città di Piazza (Armerina fu aggiunto nel 1862) ha inizio nel periodo normanno, ma il suo territorio fu abitato fin dalla preistoria, come dimostrano i ritrovamenti archeologici di Monte Navone e, soprattutto, di Montagna di Marzo.
La città dovette essere fiorente in epoca romana, come è testimoniato dalla splendida Villa Romana del Casale dell'inizio del IV secolo d.C., con i suoi pavimenti in mosaico dal valore inestimabile.

Nel corso dei secoli ha subito alterne vicende, ma ha spesso svolto ruoli politici di prestigio e la sua vita culturale ed economica è stata sempre particolarmente attiva, tanto da meritarsi l'appellativo di "città opulentissima" da parte dell'imperatore Carlo V.

Grandiosa fu l’impresa che i Normanni compirono in Sicilia intorno al 1060, capitanati dal Conte Ruggero d'Altavilla, ultimo dei figli di Tancredi e fratello di Roberto detto il Guiscardo.
La conquista dell'Isola dominata dagli Arabi apparve come una guerra santa di liberazione religiosa: il Pontefice Niccolò II donò, infatti, a Ruggero, quale segno di investitura e di auspicio per la liberazione dalla dominazione saracena, un drappo con l'effigie della Madonna col Bambino, dipinto, si dice, per mano di San Luca.

Il vessillo di guerra, rappresentò il signum victoriae che portò di vittoria in vittoria Ruggero sino a Plutia (l'antica Piazza Armerina) che fu innalzata a piazza d'armi delle milizie normanne.

Fu così che il Conte normanno donò alla città, cui era legato da un vincolo d'alleanza, il labaro ricevuto dal Papa che presto venne ritenuto miracoloso e fatto oggetto di culto popolare.